Turismo: i clienti scelgono alberghi igienizzati certificati

Ambienti comuni igienizzati spesso e spazi adeguati al distanziamento, igienizzazione di lenzuola, federe e biancheria da bagno e anche di camere e arredi. Sono queste le priorita’ richieste dal 94,5% dei futuri ospiti degli alberghi italiani. In questa strana estate 2020, l’81,5% dei clienti chiedera’ alle strutture ricettive informazioni sulle misure anti-Covid prese, con il 94% che dichiara di sentirsi piu’ tranquillo a scegliere un hotel se i processi di igienizzazione attuati fossero anche certificati. Un dato incoraggiante per la categoria pero’ c’e’, ed e’ quello sulla fiducia che il 65,9% dei potenziali clienti ripone nella responsabilita’ degli alberghi circa le misure anti-contagio, per le quali sono disposti a spendere anche l’8,3% in piu’.

A raccontarci che estate sara’ e’ Confindustria, che con le sue sezioni Alberghi e Assosistema ha presentato  l’indagine Tecne’ ‘Vacanze 2020: cosa chiede il consumatore post Covid?’. Uno studio rivolto alla galassia dei 33mila alberghi italiani che in tutto contano 1,1 milioni di camere e 2,3 milioni di posti letto, con un fatturato che nel 2019 ha superato i 20 miliardi di euro grazie ai 50 milioni di arrivi dall’Italia e i 47 dall’estero. Ma adesso? La crisi sanitaria ha messo in ginocchio il turismo, travolgendo il settore e i suoi 179mila dipendenti e 211mila addetti. “A oggi solo il 20% ha riaperto- ha spiegato il direttore di Confindustria alberghi, Barbara Casillo- Tutti con un numero di personale inferiore al 100% perche’ la domanda e’ bassissima.

Chi lo ha fatto e’ stato coraggioso. È giusto farlo, ma lavorera’ in perdita”, anche perche’ “i costi delle sanificazioni non credo che faranno impennare i prezzi ai clienti, vista la poca domanda”. Eppure la speranza che la stagione non sia tutta persa c’e’, visto che nel 2019 il giudizio medio di chi ha frequentato gli alberghi italiani e’ stato di 7,3. “La pandemia pero’ ha cambiato i paradigmi- ha spiegato Carlo Buttaroni di Tecne’- Ora le domande sono diverse e uno degli aspetti prioritari e’ quello legato all’igiene”. Le prospettive secondo l’indagine sono si’ di perdita con una “ripresa lenta”, ma la cui grandezza dipende proprio da come gli alberghi affrontano il tema delle misure anti-Covid, igiene in testa.

La stima per l’estate 2020 va dal 41% al 60%, a seconda dell’adeguamento alle misure di igienizzazione e dalla loro comunicazione ai clienti. Stessa dinamica per un ritorno alla normalita’, con gli alberghi che saranno in grado di garantire standard elevati che potranno sperare gia’ nel 2022, mentre chi fara’ piu’ fatica ad adeguarsi dovra’ aspettare il 2025. “Da dieci anni abbiamo messo a punto delle linee guida per la certificazione di settore sul controllo microbiologico del tessile”, ha spiegato Marco Marchetti, presidente di Assosistema, che raggruppa in Confindustria le imprese che offrono servizi agli alberghi legati tra l’altro ai tessuti e alla loro sanificazione. In piu’, Assosistema ha anche stilato un protocollo di sanificazione tessile per gli alberghi. “Oggi piu’ che mai- ha aggiunto Carmela Colaiacomo, vicepresidente di Confindustria alberghi– sentiamo che quella della garanzia di sanificazione e di adeguamento ai protocolli e’ una delle caratteristiche che dobbiamo mettere in campo. Gli alberghi stanno aprendo per senso di responsabilita’. I costi saranno piu’ alti, ma abbiamo tanta voglia di ricominciare”.

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